giovedì 27 gennaio 2011

INTERFERENZA D'AUTORE NELL'OPERA DI ROSA MENKMAN

di Daniela Cotimbo



La complessità del rapporto tra artista è tecnologia è da sempre un tema scottante che si articola in posizioni anche piuttosto discordanti. Da un lato c’è chi proprio non ce la fa a sostenere il peso di un progresso che sembra annullare ogni traccia di espressione umana, dall’altra c’è chi è desideroso di sfruttarne il più possibile le peculiarità, chi se ne serve come di una protesi per ampliare le proprie possibilità e c’è infine chi, come Rosa Menkman, ne viene attratto per le particolari declinazioni estetiche. Il glitch, termine usato in elettrotecnica per designare un errore non prevedibile, diventa così il mezzo attraverso cui l’artista esplora i limiti della tecnologia e al tempo stesso ne evidenzia le capacità “devianti” alla ricerca di nuove forme espressive.

Per la prima volta l’Italia celebra il suo lavoro in una personale alla galleria Fabio Paris a cura di un guru dell’arte elettronica, Domenico Quaranta. La mostra, intitolata Order and Progress con riferimento diretto alla bandiera brasiliana, è infatti proprio ispirata da un soggiorno dell’artista a San Paulo e si protrarrà dal 15 gennaio al 25 febbraio.

I lavori esposti appaiono come collage di pixel dai colori squillanti, per un attimo ci si dimentica di essere in presenza di qualcosa di afunzionale e si viene catturati da un’estetica fluida, quasi organica, desiderio di supremazia sulla macchina o riappacificazione con essa? Tra questi spicca il ciclo The Vernacular of File Formats, nato per illustrare la tesi portata avanti dall’artista in suo saggio dove metteva in guardia sui rischi dello sfruttamento dell’effetto glitch una volta diventato mera forma estetica. In uno dei video del ciclo l’artista si pettina davanti alla telecamera con esplicito riferimento al lavoro di Marina Abramovic (con il suo Artists Must Be Beautiful).

http://www.fabioparisartgallery.com/

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